la rivolta di Fatagarbatella

Introduzione di Lavinia Bollettini

Scrivere favole è senz’altro un’arte.

Non è da tutte saper tramutare la realtà in fiaba.

Conosco l’autrice fin da bambina ed è sempre stata fantasiosa la sua favola preferita era quella di Cenerentola. Preferire Cenerentola visto il periodo storico che ha attraversato l’infanzia dell’autrice già la dice lunga, ma c’è da chiedersi l’infanzia del 2021 che fiabe, favole e storie preferisce? Che cibo della mente viene somministrato dalla famiglia prima e dai mezzi di comunicazione poi?

Giovanna Mirella conosceva la favola di Cenerentola non solo perché le era stata raccontata a casa, ma anche perché aveva visto il film al cinema Tirreno a Via Pellegrino Matteucci. Ricorda che aveva preso il tram al capolinea di Via Giacomo Rho con sua madre. Ora se si va a leggere la favola “La rivolta di Fatagarbatella” potremmo definirla una Cenerentola del terzo millennio, una Cenerentola “politica”, vista la ricerca da lei fatta

in questi trenta anni con l’associazione Il Tempo Ritrovato.

L’Associazione fondata nel 1990 con i suoi fratelli Adalberto e Romolo.

Infatti parla con le fiabe prima agli adulti e poi ai bambini tramite gli animali, l’interprete principale di questa fiaba è una maialina con una collana di perle.

Le fiabe come i miti narrano la parte più nascosta della persona che si rivela con la fantasia. La Rivolta di Fatagarbatella era in gestazione da prima delle celebrazioni del centenario poi arrivò il covid 19 tutto il mondo si è modificato e rallentato. Un giorno per puro caso incontra a Via dell’Aracoeli 7, davanti al negozio di tessuti magici di Magovittorio l’architetto dello ICP, poi ATER. L’architetto conosciuto tramite corrispondenza nel 1994 per il restauro della fontana Carlotta avvenuto nel 1998. Come lo definisce l’autrice è un incontro di quelli magici, proprio davanti a quel negozio.

I due decidono di prendere un aperitivo e di raccontarsi un po’ di come sta la fontana. Alessandro e Mirella chiacchierano e lui promette che andrà a vedere lo stato della fontana che, da come lei racconta è in stato pietoso.

Si salutano e lei s’imbatte nella vetrina della libreria Feltrinelli, dove c’è la grande foto della volpe di Antoine, ne parla con fatapittora 2 e tutto le si fa chiaro. Mirella chiede alle amiche ed ai bambini: “chi mi disegna una volpe? Magari una che beve da Carlotta, insomma disegnatemi una volpe come vi pare!” Il resto lo potrete sapere leggendo la favola.

Buona lettura a tutte e tutti.

La Rivolta di Fatagarbatella e le Garbevolpi  

Fata Mirta aveva convinto Fatagarbatella a pubblicare alcune favole, ma lei era titubante, perciò uscì a fare una passeggiata a Garbatella-Garbatellandia per riflettere.

La meta di Fatagarbatella nei momenti più riflessivi era sempre la fontana Carlotta, già perché alla Garbatella quartiere di Roma c’è una fontana che, ha il volto di donna e si chiama Carlotta! Perché si chiami così ci sono mille racconti, ma quello vero non lo conosce nessuno

Eh si andava a bere a quella fontana, dove l’estate da piccola andava con sua nonna Clementina a prendere l’acqua fresca.

A quei tempi ancora non esistevano frigoriferi.

Carlotta si trova nel cuore della Garbatella, un quartiere quasi magico che, proprio in quell’anno magicamente particolare compiva ben cento anni!

Ma in fin dei conti che sono cento anni per una fontana e per un quartiere? Figuriamoci poi per delle fate!!!

Camminando allegramente con la sua bassotta Violetta, passando per l’orto magico di magozoro arrivò all’amata fontana e cosa vide??? Indovinate un po’?!

Una volpe che stava bevendo alla fontana e lei… Carlotta che, le sussurrava chissà cosa in un orecchio.

Fatagarbatella rimase ferma dietro al muretto dove di solito sedeva Enrica.

Enrica era quella donna che da ragazza si era salvata dal campo di concentramento e le aveva raccontato di Emma che, invece non era più tornata.

Fatagarbatella rimase in silenzio tra le grandi foglie della piantagione di zucche, curiosa di sentire cosa stessero confabulando la volpe e la fontana. In terra c’erano sei pesche cadute dall’albero di magoguardiano. Come facevano ad esserci quelle pesche? Magoguardiano dal giardinetto magico aveva tolto l’albero di pesco da almeno 20 anni e ci aveva piantato delle rose rosse.

Misteri di Garbatella Garbatellandia                 

Quella volpe non gliela contava giusta a Fatagarbatella.

Quello doveva essere MagoAF tramutatosi in volpe per andare ad esplorare cosa accadeva nello storico quartiere. Senz’altro MagoAF era andato a fare i tre sorsi magici per esprimere tre desideri, la leggenda dice che prima o poi si realizzino.

MagoAF era uno che si intendeva di sculture e restauri, quello di Carlotta effettivamente era come si dice a Roma “una pecionata!” Insomma non era a regola d’arte, anche se qualcuno diceva fosse un lavoro conservativo! Insomma quando avverrà il vero restauro come quello del 23 luglio 1998 non si sapeva.

Chissà cosa stava sussurando Carlotta alla volpe?

Così Fatagarbatella aspettò che la volpe se ne fosse andata, raccolse le tre pesche rimaste in terra; le altre tre erano finite in bocca a tre gabbiani. I tre gabbiani mamma, padre e figlio felici se n’erano andati a spolpare le tre pesche, proprio sul tetto del fauno del lotto 31.

Il fauno del lotto 31 era quello che controllava e tuttora controlla i viandanti della cordonata di Via Orsucci dove vive Carlotta.

La fontana venne fatta installare lì dal mago architetto Innocenzo Sabbatini.

Fatagarbatella dopo aver raccolto le tre pesche, averle lavate ben bene con l’acqua di Carlotta ed aver fatto i famosi tre sorsi poggiando la mano sulla testa di Carlotta, espresse i suoi tre desideri se ne tornò al suo castello fatato.

Arrivata al castello si tolse le scarpe, la mascherina con filtro e le stelle, mise i suoi abiti fuori al balcone, lavò con il gel sanificatore le zampe di Violetta e si fece la solita doccia anticovid. Indossò l’accappatoio verde acqua con le stelle bianche , poi andò in cucina e tirò fuori dalla borsa rossa con le stelle le tre pesche.

Le pesche le fecero l’occhiolino, lei pensò che era bene sanificare anche loro.

Fatagarbatella poi si parlò ad alta voce.

Lei si parla spesso ad alta voce e Fata Fragolina sua figlia la prende un po’ in giro, perché si fa le domande e si risponde. Quel giorno comunque depositò le tre pesche vicino alle due mele grane nella fruttiera di zia Lucia.

La fruttiera era la fruttiera fatata… quella di cristallo e argento che, la zia Fatalucia le aveva regalato per il matrimonio con il magoguerriero.

Aripensò alle parole di FataMirta e decise di darle retta… Era arrivato il momento di stampare una nuova fiaba, ma quale? E poi chi l’avrebbe illustrata? Comunque era ora di fare quello che aveva fatto Fata Proverbia, la maialina con la collana di perle.

Ma chi è FataProverbia? Vi starete chiedendo voi lettrici e lettori. Ma siamo nel mondo di favola quello di Garbatella- Garbatellandia!

prossimi capitoli:

La cordonata di Fontana Carlotta e l’incantesimo della Luna

La storia di Proverbia

la maialina con la collana di perle

che cambiano colore

Lilla la figlia delloca bianca  

Le bacchette magiche di Fatagarbatella 

Marana la regina delle rane racconta      

Il nuovo viaggio fatato sul galeone mongolfiera