Ore 19.00 appuntamento a Piazza Bartolomeo Romano 1 davanti al teatro Palladium:
“Ferragosto a Garbatella passeggiando con la fata ed un libro anzi 2 libri”
passeggiata con grandi e piccoli come in una fiaba..
Ore 19.00 appuntamento a Piazza Bartolomeo Romano 1 davanti al teatro Palladium:
“Ferragosto a Garbatella passeggiando con la fata ed un libro anzi 2 libri”
passeggiata con grandi e piccoli come in una fiaba..
FULVIO CARNEVALI è stata una pietra miliare dello storico quartiere Garbatella, conosciuto nell’ambiente cinematografico come Er Garbatella è stato operatore cinematografico di stabilimento ed all’occorrenza era anche doppiatore quando c’era bisogno di personaggi che parlassero la pura lingua romane.
Chi era Fulvio garbatellano doc lo si può leggere sulle mie interviste nel quaderno numero uno di Moby Dick nella narrazione dei bagni pubblici di Innocenzo Sabbatini l’architetto visionario. Fulvio era quel ragazzino che quell’aprile del millenovecentoquarantaquattro, si era ritrovato sul ponte di ferro a porto fluviale mentre andava a prendere la farina al mulino Biondi come le aveva detto sua mamma, ed aveva visto “un mucchio di donne uccise“.
Fulvio questa storia l’aveva narrata più volte nelle ricostruzioni storiche della Garbatella, anche nella trasmissione di CHI L’HA VISTO, all’archivio Flamigni, alla biblioteca Moby Dick e nel salotto delle Fate presso il ristorante ARDITO, a Casetta Rossa ed a Villetta.
Noi dell’associazione culturale Il tempo ritrovato siamo state fortunate a conoscerlo e registrarlo. Grazie a tutti i suoi racconti abbiamo conosciuto quella Garbatella dei ragazzi degli anni 30 e 40. Amico di Maurizo Arena amava anche mostrarci una foto di quando era anche lui un fusto come il suo amico di scorribande.
Con la scomparsa di “Er Garbatella” se ne va una parte di quel quartiere dove un tempo si nasceva in casa, lui diceva di essere stato raccolto dalla levatrice Italia ed io gli rispondevo:” “a Fulvio io sono figlia di una Vacca, la mia levatrice di cognome faceva Vacca” … e giù a ridere, come ho detto a Massimo suo figlio :”Già ci manca tra lacrime e sorrisi”
i video che seguono sono stati fatti l’8 settembre 2019 Fulvio ci racconta in quei giorni del 1943…
Quel venerdì Santo non si dimentica…la stele con i nomi delle presunte vittime è ora in custodia presso il gruppo sommozzatori del ponte dell’Industria Il ponte prese fuoco ed ora con i lavori di rifacimento sarà più grande e più bello dicono gli addetti ai lavori. Ma la stele che fine farà? Questo é quanto si chiede il Comitato delle fate dopo aver letto un ultimo libro che conferma quello che loro supponevano da una ventina di anni. Le donne uccise non sono quelle scritte sulla Stele, ma quei nomi perché vennero scritti su Roma città prigioniera ? Un libro di 40 anni fa preso ora in prestito alla biblioteca Lussu da Mirella Arcidiacono, che dal 2003 ogni 7 aprile si é recata con altre donne a deporre un fiore. Pertanto col comitato delle fate intende far visita alla stele e si è messa in contatto con chi la tiene in custodia
Le fate si incontrarono al castello di Fatardita per far partire il progetto fatato delle fate che leggono, scrivono, dipingono, cucinano e fanno tante altre cose… Bisognava riprendere anche quel progetto di Garbatella Segreta che avevano ideato a Via della Garbatella al castello della FataSoragarbatella quel 4 luglio 2019. “Garbatella Segreta” Il progetto prevedeva di filmare storie dalle finestre. Le finestre di alcune case dello storico quartiere, poi tramutare le riprese in libro. Il progetto si era interrotto per la pandemia l’8.3.2020.
Alla riunione del Comitato le fate avrebbero dovuto portare un libro che avevano letto e parlarne tra di loro , oppure portare qualcosa che parlava di loro. Non tutte avevano portato un libro in quel giorno fatato della creatività…Era il 22 gennaio 2023 ed il 22 gennaio 1944 è una data storica. La data dello sbarco di Anzio, dove morirono tanti figli del mondo…I figli sono figli e le guerre non fanno distinzioni, feriscono, uccidono, distruggono ..
C’era proprio bisogno di scrivere la Favola della Pace.
Certo per raccontare la storia in favola bisogna essere veramente magiche! Così il Comitato delle fate aveva fatto una bella “PENSATA”. Fata LadyGarbatella aveva portato il libro “Con occhi di Donna” di Luisa Ravera, Fatarina aveva portato i carciofi cucinati alla “giudia”, perché come sapeva cucinarli lei non sapeva cucinarli nessuna delle fate. Nel progetto fatato delle fate, quelle che fanno tante altre cose, c’era e c’è anche “giocare con le parole.Le parole hanno un preciso significato, a volte ne può significarne più di uno… Fatagarbatella aveva portato il libro “Garbatella come eravamo1835-1960” dove le fotografie dicevano molto, ma molto più di tante parole… E poi c’era da scrivere anche la nuova favola di Garbatella-Garbatellandia 103 senza i forse, i può darsi, i poi vediamo e senza i ma ed i se…… Tutte indossarono il nuovo cappello magico e sventolarono la bandiera fatata delle Pari e di Più. Si fotografarono felici e sorridenti con cappello, bacchetta e bandiera. Nella foto non c’erano però tutte le fate del Comitato, alcune fate avevano trovato traffico tra una nuvola e l’altra delle idee. Altre vivevano in altri lontani luoghi fatati come Fatalavenella, Fatamirta, Fatamariuccettina Fataserena, Fatabira e tante altre sparse per il mondo. Il cibo fatato va mangiato caldo altrimenti perde le sue proprietà magiche . Le fate si misero a tavola ed iniziarono a mangiare con il motto “chi ha tempo non aspetti tempo. Si sa che il tempo è danaro, ma in molti ancora non se ne rendono conto. Mangiavano e discutevano allegramente e nel mentre… accadde proprio una strana cosa… Videro che c’era un buffo esserino che andava in giro con una lente di ingrandimento! Era un strano garbasorcio8 aveva le orecchie piccole non grandi come la stirpe garbasorci8ttifera. Inoltre lo strano esserino andava in giro con una grande lente da investigatore.
All’improvviso passò sotto al tavolino, allora tutte le fate contemporaneamente s’inchinarono e chiesero:”Ma chi sei come ti chiami da dove sbuchi fuori?” Lui rispose tra il timoroso e l’orgoglioso :”sono Il sorcio8cto e sono fuggito via, ora ,sto andando dove devo andare ! Sto cercando la strada giusta..la via maestra.”.
Si vedeva che aveva fretta andava di corsa …voleva andare via per andare dove doveva andare. Si era ritrovato in quel posto e non sapeva neanche come ci si era ritrovato Fatacasalinghità aveva interrotto la lettura del libro che aveva portato su Federico Caffè. Fatafotografascrittorarevisoradeiconti aveva scritto un libro su di lui, essendo stata sua allieva. Fatacasalinghità che ci sapeva fare con le domande, s’interruppe dicendo:” Ehi, questo è un posto magico molto antico Esserino chi sei, come possiamo aiutarti? Ma quello si diresse saltellando verso la porta usci da sotto l’uscio, dalla parte del giardino. Fatapittora esclamò:” certo che è buffetto questo sorcetto con quelle orecchiette e che va in giro con quella lente d’ingrandimento! E poi dove tiene l’altro braccio? Forse lo tiene dietro come se non lo avesse, forse lo fa per una questione di equilibrio!? I garbasorci8tti sono un po’ particolari e poi dipende di che etnia sono, questo mi sembra un po’ confuso e poi dice di essere il sorci8cto ! disse Fataladygarbatella. Fatagarbatella propose di seguirlo e così fecero tutte. Si resero invisibili con la loro parolina magica e segreta “gnaganava gnaganava” e lo seguirono passo passo … Lo videro attraversare la Via Cristoforo Colombo e dirigersi verso la via delle Sette Chiese, dove c’era un tempo una vecchia scuola. La vecchia scuola Maria Adelaide prima era stata a via Nazionale, vicino ad una prestigiosa Banca. Alcune fate avevano frequentato quella scuola, dove c’era e c’è l’ultimo portale della Garbatella, fatto restaurare da Padre Guido, e ancora ci sono un pozzo ed una Madonnina… Le fate curiose mentre proseguivano sicure di essere invisibili, specchiandosi in una vetrina, proprio vicino a dove un tempo c’era il cinema Avana, si accorsero che ….i cappeli stavano volando dalla testa e…. Loro erano invisibili si…si,… loro le fate erano invisibili ma… Ma i loro cappelli no. Così per la strada si vedevano volare cappelli colorati qua e là… E la gente guardava un po’ incuriosita ed impaurita.
L’esserino buffo dopo aver percorso la via delle Sette Chiese, passando anche davanti all’oratorio si fermò sulla piazza di Sant’Eurosia, proprio dove c’era sopra il cancello l’immagine di San Filippo Neri. L’esserino continuava a girare su se stesso e muoveva in alto la lente di ingrandimento, poi la posizionava per terra e poi di nuovo verso l’alto :Poi all’improvviso passò sotto l’archetto, Imboccò velocemente Via Antonio Rubino la strada che portava a Piazza Sapeto, dove nel 1952 era stato girato il film “Le ragazze di Piazza di Spagna. Si sentì una voce bisbigliare “ragazze forse scenderà la scalinata di Via Orsucci, probabilmente ha sete va a bere: I cappelli sobbalzarono e si misero in circolo vicino al nasone, la classica fontanella romana, che magicamente sgorgava acqua di tutti i colori. In terra c’era una pergamena arrotolata chiusa da un nastro bianco, rosso e verde ed un biglietto con scritto “Fate benvenute nel paese dei ranocchi”. Firmato Garbatellocchio che la storia tiene d’occhio. Le fate erano incuriosite, perché sapevano ormai da molto tempo che Garbatellocchio aveva ricevuto l’incantesimo della strega rosicona, che lo aveva reso invisibile. Strega rosicona avrebbe voluto rendere tutte le fate del Comitato invisibili. Strega Rosicona non sapeva che loro le fate del Comitato si divertivano ad essere invisibili; possedevano una pozione che avevano creato proprio loro, volando con la fontana – mongolfiera e l’avevano chiamata acqua dell’amicizia serena Come mai quel messaggio? Si continuavano a chiedere. Era pur vero che nelle favole di Fatagarbatella c’era scritto che Garbotellocchio diceva di essere nato nell’oratocchio, che la storia teneva d’occhio e che tutto aveva visto essendo nato A.C.
Garbatellocchio raccontava di essere stato presente quando alla Garbatella (che ancora non era stata fondata e si chiamava Colle della Pace),, aveva visto l’invasione delle cavallette nel Paese dei ranocchi.(1) . Nessuna fata del comitato conosceva il paese dei ranocchi. Intanto si erano distratte per leggere la pergamena ed il sorci8CTO era scomparso dalla loro vista…”.Non perdiamoci d’animo” disse Fatagarbatella“dividiamoci e rivediamoci qui il giorno di Ferragosto, intanto informiamoci sul messaggio che ci ha lasciato Garbatellocchio.Poi telefonò a Fatafragolina, Fata Cri Cri, Fatacaramella e Fatapocalisse…”Voi avvertite le fatemamme e fatemaestre” Nello stesso tempo si videro i cappelli prendere varie direzioni, chi girava da una parte chi dall’altra sembravano Pari, ma erano di Più Intanto sulla scalinata lentamente scendeva la fontanamongolfiera con a bordo l’autore della favola del Paese dei Ranocchi Le fate si incontrarono a Ferragosto, ma un po’ di cose erano cambiate. Come al solito da più di dieci anni avevano fatto la passeggiata Garbatelandia. Poi avevano cenato dove aveva pernottato molti anni prima Giacomo Matteotti. Un tempo lì c’erano case ora c’è un parco ed a ferragosto c’è ristorazione e musica. Veramente su Piazza Benedetto Brin ce ne sono due, a quello di fronte ci fanno film. , Magoroffiscky tra le note di “todos cambia” laveva letto alcune pagine del libro dedicato a Matteotti. Magoppiastra aveva fotografato tutto intorno anche il Parco Maurizio Arena. Le fate decisero di non parlare e di continuare a seguire i cappelli , essendo rimaste invisibili per gioco. Avevano bene in mente quello che diceva la pergamena. La pergamena dava due importanti notizie su Antonio Rubino, infatti ce n’erano due di Antonio Rubino ed uno dei due aveva scritto “Il Paese dei ranocchi”. Ma chi erano veramente ? Fatafragolina disse” Ricordatevi quello che dice la pergamena, dobbiamo seguire il nostro cappello restando Invisibili e silenziose!” Il cappello di Fatafragolina si stava dirigendo verso Via Adelaide Bono Cairoli, sorvolò Via Guendalina Borghese e si posizionò sulla panchina gialla di Piazza Caterina Sforza . Le fate dovevano eseguire quanto scritto sulla pergamena, perché di streghe rosicone e di maghi magheggioni ce ne erano e ce ne sono ancora tanti in giro a rubare idee. Così proseguirono silenziose ed invisibili. Fatapittora vide volare il suo cappello verso il giardino delle donne a Giustiniano Imperatore dove c’è il parco Donatella Colasanti.
Fatapittora aveva letto bene la pergamena e sapeva che per il 2024 bisognava mettere in pratica le favole toponomastiche.
Intanto il cappello di Fata Garbatella aveva fatto vari volteggi al di là della via Cristoforo Colombo, si era soffermato vicino alla mimosa fatata a Via Benedetto Croce. Il cappello di Fatagarbatella saltellando era approdato a Via di Pico della Mirandola, proprio dove c’è il parco Rosaria Lopez Intanto si stavano formando ponti di favole, uno tra via Damiano Sauli, Piazza Bartolomeo Romano e Via Edgardo Ferrati dove un tempo c’erano i bagni pubblici ed ora c’è la biblioteca Moby Dick. Il cappello da là si era diretto verso Via di Villa di Lucina ed aveva spiccato il volo per via Costantino dove finalmente era nata la biblioteca Lussu. Lì da quel cappello ne uscì uno verde che si depositò su un tavolo con le bacchette magiche tutte realizzate con materiale di riuso. Il cappello di Fatacasalinghità aveva attraversato via Francesco Passino dove c’è il famoso mercato fantasma, aveva sorvolato via Giacomo Rho, Via Roberto de’ Nobili e piazza Ricoldo da Montecroce. A Piazza Ricoldo da Montecroce il cappello aveva salutatole cicogne della Pace che stavano bevendo alla fontana Carlotta e prendevano nuovi ordini.
Il cappello di Fatardita era rimasto ben piantato su Piazza Navigatori.Finalmente i capelli si posizionarono di nuovo sulla testa delle fate Infatti era intervenuta Befa la befana garbatellana con le sue magie, stava raggruppando i vari ponti delle favole toponimastiche che si andavano via via formandosi. Era in costruzione il ponte delle favole toponomastiche tra via Pico della Mirandola e via di villa di Lucina, il ponte delle favole toponomastiche da Via Marco Polo a ponte Settimia Spizzichino…Man mano gli elfi di Babbo Natale disegnavano la mappa dei ponti delle favole toponomastiche per scrivere nuove favole partendo da quella lunga via Leonardo da Vinci che si trova nel quartiere San Paolo.
BEFA aveva donato al Comitato delle Fate la prima enciclopedia di genere della Treccani. L’enciclopedia fatalità era stata presentata a Garbatellandia il 27 maggio 2023 su piazza Damiano Sauli dove c’è la scuola Cesare Battisti e la chiesa Francesco Saverio. Era stata una pura fatalità che ricordava a tutte e tutti che l’Italia aveva firmato la convenzione ONU per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza il 27 maggio 1991.
Befa aveva lasciato un biglietto magico tra le pagine dell’enciclopedia nel luogo fatato di Garbatellandia con uno scritto “Fate quatto quatto è arrivato il 2024 e c’è un magicogatto con un cappello visibile ed invisibile a seconda del momento storico.
Il gatto magico un po’ matto risponde al nome Micio 104 e molte bacchette magiche a sua immagine ha fatto NULLA SUCCEDE A CASO usate bene cervello, cuore e naso
Intanto da lontano si sentiva arrivare un carrettino. Era il famoso carrettiere a vino che oltre al vino della storia trasportava il garbasorci8tto che non sapeva mai nulla, quello che sapeva tutto il garbasorci8tto allegrotto e la garbasorci8tta dispettosa
C’era una volta il cinema teatro Garbatella,,, era stata un’idea dell’architetto Innocenzo Sabbatini…… Il primo giorno di primavera di molti anni dopo, nacque al lotto 31 Fatagarbatella. Una bambina piena di fantasia che aveva custodito in uno scrigno magico nascosto alla fontana Carlotta. Un giorno d’autunno di tanti tanti anni dopo dai lotti della Garbatella uscirono tanti echi. Una giovane apprendista fata raccolse tutti gli echi e li tramutò in un piccolo documentario. Era un documentario magico, perché era il suo primo documentario. Il documentario “Echi dai lotti” veniva proiettato il 14 ottobre alle ore 18:00 nella biblioteca Moby Dick, altro luogo magico ideato dall’architetto Innocenzo Sabbatini… e la favola continua prossimamente qui
Sembrava proprio che il cielo sul parco mandasse un messaggio di grata riconoscenza ed accoglienza per quanto ci apprestavamo a fare. Il parco Maurizio Arena inaugurato il 18 febbraio 2008 , realizzato dopo varie vicissitudini, andava pian piano riempiendosi.
Giancarlo Proietti della redazione di Cara Garbatella intanto era in regia e preparava le foto da mandare sullo schermo della Rossana cinematografica e della Rossana amica di quella Garbatella dove era nata e vissuta.
Intanto tra il pubblico sorrisi ed abbracci ci si rincontrava con persone amiche che non si si vedevano da tempo. La piccola squadra organizzatrice composta da quattro persone ha veramente fatto una magia visto i soliti strumenti a disposizione: “AMORE E PASSIONE”.
Noi quattro possiamo ritenerci soddisfatte e soddisfatti. Le due donne Maya Vetri Assessora alla cultura e Mirella Arcidiacono dell’associazione Il Tempo Ritrovato Ritrovato, i due uomini JeanMaurizio nipote di Rossana e Giancarlo Proietti.
L’ospite d’onore Enrico Vanzina è arrivato puntualissimo con sua moglie e il bel ricordo è iniziato in un dolce affettuoso clima come sarebbe piaciuto a Lei, è terminato poi con una luna sopra la sua casa.. Finalmente da quel 18 febbraio 2008 il primo evento che ha ricordato due personaggi nati a Via della Garbatella. Il terzo personaggio è l’interprete del film” Le coppie”. Alberto Sordi veniva a trovare le sorelle che abitavano a Via Vettor Fausto , e spesso giocava all’oratorio di San Filippo Neri da dove partì il suo primo film Mamma mia che impressione.
Pubblichiamo di seguito per chi non ha potuto partecipare alcune foto e video della serata.
Eravamo da Bruno il parrucchiere a Piazza Augusto Albini aspettavamo il nostro turno, correva l’anno 1967 o 1968.
Timidamente le chiesi :“Lei è la sorella di Maurizio Arena? “
Era quello il periodo che tutti i giornali parlavano del fratello, Maurizio Arena e della Principessa, la nipote di quel Re che mise la prima pietra per la fondazione della Garbatella a Piazza Benedetto Brin …
Mi fulminò con lo sguardo. Passarono molti anni e la Garbatella si modificava da quartiere malfamato stava diventando quasi un villaggio storico e di non so che…
Così decisi di raccontarla io che ci sono nata e di narrarla tramite i suoi personaggi. Pertanto volevo iniziare proprio da Maurizio Arena, ma come agganciare la sorella? Rischiavo di essere fulminata un’altra volta…Si dà il caso però che nel 2000 a piazza Brin, epoca Rutelli Borgna ,proiettavano dove c’è la pista di pattinaggio dei film gratis con il progetto cinema Duemila. Siccome stavamo con il Movimento Italiano Casalinghe ed il Comune di Roma promuovendo un progetto per l’educazione alla raccolta differenziata, andavamo in giro con un camper chiamato “Chi ama Roma AMA”. Lo posizionammo all’entrata dell’arena di Cinemanaduemila. E così agganciai Rossana per la seconda volta dandole una rivista dove ero fotografata con il sindaco di Roma. “Signora vorrei fare un articolo sulla storia dei personaggi della Garbatella e vorrei cominciare da suo fratello.” Lei mi rispose :”Sono sull’elenco mi telefoni!” ….
Le telefonai ed il resto è storia… Qui di seguito pubblico alcune pagine del libro Garbatella la storia è donna scritto nel 2002 e presentato il 18 febbraio 2003. Il destino è proprio strano andai a casa sua e cominciai a prendere appunti era il 16 agosto 2002 vent’anni dopo il 16 agosto 2022 ero a salutarla presso la chiesa San Francesco Saverio
a quei tempi nel 2002 ci dissero che saremmo diventati ventitreesimo rione di Roma… Poi scoprimmo che i rioni di Roma sono dentro le mura e sono 22 La Garbatella è quartiere storico
alcune foto di Rossana Di Lorenzo
…e mi vengono in mente le parole di quella canzone romana… che cantava Gabriella Ferri
Tanto di tutto tanto di niente Ti ricordi di tanta gente… ciao Rossana
Si sa che le nonne sono state prima mamme e la loro guida è sempre stata importante in qualsiasi epoca.
Il Comitato delle fate dopo la presentazione del Libro Garbatella Come eravamo 1985/1960 promuove questa nuova iniziativa raccontando le foto del libro ed invitando a partecipare con foto delle proprie nonne spedendo una loro foto con un aneddoto, una frase, un proverbio che la propria nonna amava ripetere.
Dal 14 maggio 2023 Festa della Mamma, da cosa nasce cosa …poi si vedrà…
manda un pensiero, una frase che ti diceva, “nonna tua” a fatagarbatella8@gmail.com
Il 6 maggio alle ore 17:30 presso la libreria Le storie in via Giulio Rocco sarà presentato il libro “Garbatella come eravamo”
Alle ore 20:00 la storia di “Garbatella come eravamo” continua con “Cenando con la storia” presso l’ Antica Trattoria dell’Ardito, nel quartiere di Tor Marancia in Piazza dei Navigatori 46 perché nel libro si parla anche del quartiere Tor Marancia.
Il 6 maggio è l’anniversario della nascita di mio padre Salvatore Arcidiacono che fu Carabiniere e Partigiano e in seguito impiegato del Resto del Carlino in una sala stampa di Roma che non c’è più, quella di Piazza San Silvestro 13.
Il 6 maggio mio padre avrebbe compiuto 103 anni , ha la stessa età della Garbatella, quella Garbatella che lo salvò nascondendolo quel’8 settembre del 1943.
Anche il quartiere di Tor Marancia compie gli anni proprio il 6 maggio. Garbatella e Tor Marancia nel passato sono stati legati da piccole lotte di adolescenti garbatellani e shangaini (così venivano chiamati gli abitanti di Tor Marancia) Molti di questi ragazzi sono cresciuti dentro l’oratorio di San Filippo Neri con Padre Guido. Da tempo abbiamo chiesto alle autorità preposte di dedicare un murale a Padre Guido ed anche per questo gli ho dedicato due pagine del libro
Il libro inoltre è stato arricchito da foto d’epoca della mia famiglia e di tante altre nate alla Garbatella.
alcuni momenti della presentazione del libro Garbatella Come eravamo Mirella Arcidiacino mostra la pagina dove è riportata la foto di Giovanna Mazzetti e di Claudio Moriani nonni di Gianna Moriani.
23 aprile 2023 ore 17:30 a merenda ed a cena con la storia
Nel salotto delle fate
presso il ristorante L’ Ardito Piazza dei navigatori 1 Roma
continua la ricerca storica per dare un volto alle 10 donne di quel Venerdì Santo del 1944 al Ponte di ferro
L’8 settembre 2023 sono ventuno anni che sono venuta a conoscenza della storia
delle dieci donne di quel venerdi santo del 1944.
Quasi un mistero! Sì sto parlando dell’eccidio delle dieci donne al ponte dell’industria,
meglio conosciuto dai romani come il ponte di ferro . Questa storia avvolta da uno strano
mistero può apparire una leggenda solo a chi non è curiosa come me e poco legge. Il poco approfondire è sempre più attuale, ora poi va di moda il taglia ed incolla e la sagra dei selfie.
Così da quel settembre 2002 mi sono fatta una serie di domande ed ho cercato di coinvolgere sia le istituzioni che le mie amiche FATE (fate viene da verbo fare terza persona plurale ). Inoltre nel tempo sono arrivati all’associazione studenti e studentesse delle Università e del DAMS per fare tesi sulla Garbatella.
Cosa c’entra la Garbatella ??? C’entra c’entra!!!
Intanto perché chi scrive ci è nata, sua madre con i suoi genitori ci arrivò nel 1926. Poi c’è anche da rilevare che su un libro una nota partigiana scrive che il fatto lo seppe da una
compagna della Garbatella.
Si da’ il caso che nel 2002 facevo parte di due consulte femminili, quella della
Regione Lazio delle associazioni ed ero la coordinatrice del “welfare state i bisogni
primari”. La seconda consulta della quale facevo parte e cioè quella del municipio
undicesimo ero la vice presidente. Raccontai e invitai il più possibile le associazioni delle
due consulte e le mie amiche a leggere “Donne senza nome” il libro di Cesare De
Simone. Proprio quel libro che mi venne donato qualche giorno dopo l’incontro del 8
settembre 2002. Il libro mi venne donato dalla ragazza che lesse alcune pagine proprio
sul ponte di ferro, anche perché quel monumento non venne posizionato di 7 aprile ma di
8 settembre e più precisamente nel 1997. Come potrete notare dal dépliant dell’epoca il
nome della ragazza che lesse alcune pagine del libro sul dépliant non è riportato.
Federica Festa così si chiamava la ragazza, mi disse anche che sarebbe stato bello
coinvolgere le donne non solo alla lettura. L’idea della ragazza era proprio invitante,
bisognava sensibilizzare dieci donne possibilmente casalinghe del quartiere e renderle
protagoniste magari con una rappresentazione teatrale.
Lessi velocemente tutto d’un fiato il libro e lo feci girare tra le varie donne
interessate a questa storia. Quel libro mi stimolò a comprarne e leggerne un altro per
approfondire e capire meglio la storia di questo eccidio del 7 aprile 1944. Tra le mie
amicizie c’era Enzo Ventre, autore di alcune canzoni di Gino Paoli per esempio “Non si
vive in silenzio” e per Renzo Arbore “Ce ne vulimmo annà in America, ma che per altri personaggi conosciuti nel mondo dello spettacolo Enzo scrisse “Voci soffocate” che riporto qui di seguito
Nel frattempo un giovane artista Adriano Calì ispirandosi a questa storia dipinse un quadro
e lo donò alla Presidenza del Municipio.
Intanto promossi il 7 aprile 2003 insieme al Municipio VIII di portare un fiore al monumento
ecco alcune foto del 2003(sul ponte Mirella Arcidiacono, Rossana Di Lorenzo, Carla Di
Veroli, Flavia Micci e Gianna Moriani nell’altra foto Carla Di Veroli depone un mazzo di
fiori)
Il 4 giugno del 2004 sulla scalinata Orsucci narrammo la storia con tre poesie lette
dall’attrice Rossana Di Lorenzo, Gianna Moriani e da me , che raccontavano come mi ero
immaginata la storia che riemergeva dopo tanti anni.
Comunque l’idea della ragazza quella dello spettacolo non riuscimmo a realizzarla
costava e non avevamo i mezzi. Perciò mi dedicai come faccio ancora solo alla ricerca ed
alla lettura.
Tra le varie studentesse e studenti un giorno arrivò uno studente del DAMS, Gabriele Fortuna, che aveva vinto un progetto della Regione Lazio “Torno subito” e riguardava un gemellaggio Garbatella – Cuba.
Quando tornò da Cuba Gabriele iniziò a frequentare Il Tempo Ritrovato,
gli dissi di guardare cosa gli stimolasse il monumento delle dieci donne ed il murale sotto
l’ex mercato coperto…dopo un po’ di tempo Gabriele Fortuna partorì una bellissima storia
.”LA SPIRALE DEL DESTINO” e l’attore Luciano Roffi lesse alcuni episodi proprio al
centro culturale della Garbatella “MOBY DICk”
Poi Gabriele fece raccontare ed eravamo in piena pandemia questa storia agli alberi
.L’iniziativa “TRACCE-gli alberi raccontano” venne realizzata nel giardino Maurizio
Arena da un’associazione, mi sembra se ben ricordo di Palestrina.
Nel frattempo un giorno del 2017 Gianna Moriani aveva incontrato un amico di suo
fratello che aveva 88 anni e che nel 1944 ne aveva 12 ed era andato a prendere la
farina al mulino Biondi. Quel venerdì Santo quel ragazzino aveva visto il corpo delle donne
morte sul greto del fiume ed era fuggito impaurito. Così in uno dei nostri incontri presso il
centro culturale Moby Dick in Via Edgardo Ferrati invitai Fulvio Carnevali che aveva
abitato al lotto 10 e ci raccontò, naturalmente lo feci conoscere anche a varie persone
delle istituzioni
Nel 2019 Fulvio Carnevali venne intervistato dalla trasmissione CHI L’HA VISTO . Dopo l’intervento di Fulvio in televisione ci fu un’altra puntata di Chi l’ha visto dove c’è la
testimonianza di un parente di Esperia Pellegrini.
Pertanto dopo la manifestazione istituzionale del 7 aprile 2023 continuo a sensibilizzare
nella ricerca di queste donne con DONNE METTIAMOCI LA FACCIA
Grazie a questo sito cerco di sensibilizzare a leggere i libri Donne senza nome e Con
cuore di donna per riflettere insieme quanto accaduto 79 anni fa e cercare di dare un volto
a queste donne e cioè a: “Clorinda Falsetti, Italia Ferracci, Esperia Pellegrini, Elvira Ferrante, Eulalia Fiorentino, Elettra Maria Giardini Concetta Piazza, Assunta Maria Izzi, Arialda Pestolesi, Silvia Loggreolo”
Il 7 aprile 2023 si è ripetuta come ormai di consueto la commemorazione da parte delle
istituzioni dove hanno partecipato le associazioni dei partigiani ed associazioni culturali.
Di seguito pubblico alcune foto dell’evento