Sono passati vent’anni da quel giorno che la chiesa celebra San Francesco d’Assisi ed il Municipio VIII si definisce MUNICIPIO DELLA MEMORIA correva l’anno 2002. L’associazione Il Tempo Ritrovato documenta quel giorno con alcune foto perchè :
“ chi si conosce si riconosce “
Il 18 agosto 2002 eravamo a Cinema novanta sul parco di sinistra di Piazza Benedetto Brin che ancora non aveva un nome e l’associazione chiedeva di dedicarlo a Maurizio Arena per la sua storia e breve vita di garbatellano famoso. Chiedevamo già da tempo di apporre una targa in suo ricordo a Via della Garbatella 24 dove era nato e finalmente dopo varie commissioni l’approvazione arrivò e si promosse quell’evento qui di seguito narrato in foto.
18 agosto 2002 cinema novanta
4 ottobre 2002 Garbatella per Maurizio Arena, figlio ed orgoglio della Garbatella
4 ottobre 2002 Alberto Segarelli, Enzo Staiola, Franco Foschi
4 ottobre 2002 Di Benedetto, Smeriglio, Di Veroli, Bonessio
4 ottobre 2002 la sorella e le amiche
4 ottobre 2002 la banda e la gente per Maurizio
4 ottobre 2002 Fatagarbatella con le bambine e i bambini
Dalla lettura fatta due anni fa durante il lockdown e che fa parte del libro scritto nel 2002 Garbatella: La storia è donna.
Sono passati 20 anni quel giorno che andai a casa di Rossana a prendere appunti, come dico nella lettura e come scrissi …era il 16 agosto 2002. Venti anni dopo il 16 agosto 2022 l’ultimo saluto alla chiesa di San Francesco Saverio, quella frequentata nel 1946 da Karol Wojtyla. In quella stessa chiesa nel 1979 ci furono anche i funerali di suo fratello Maurizio Di Lorenzo in arte Maurizio Arena.
Grazie a a Francesco Piastra per i suoi mini video che ricordano l’amica Rossana quando lascia la casa dove è nata e morta.
I funerali di Rossanda Di Lorenzo (filmati di Francesco Piastra)
Rossana ha prestato il suo volto e la sua arte per difendere le radici storiche del quartiere e la sua semplice gente come personaggio di Sora Garbatella.
Rossana Di Lorenzo con Fatagarbatella
Circa quattro anni fa realizzammo un progetto con le due associazioni Il Tempo Ritrovato e Cara Garbatella e grazie a Giancarlo Proietti abbiamo fatto felice Rossana raccontando la sua vita cinematografica, come sarà fatto il 5 settembre 2022 in Visionaria a villetta con il nipote Giamaurizio figlio del fratello Maurizio.
Jean Maurizio Di Lorenzo
In seguito metteremo altri racconti che fanno Storia di una Garbatella che va sempre più scomparendo
alcune foto con Rosana Di Lorenzo dagli archivi di Fatagarbatella
Correva l’anno 2000 Piazza Brin cinema novanta Rossana Di Lorenzo ed Enzo Ventre autore della ballata Ciao Maurizio dedicata a Maurizio Arena
Premio fantasia di Garbatella 2005 in occasione del Gemellaggio della Garbatella di Roma e Garbatella di Cerveteri …chi si conosce si riconosceQui siamo ad una iniziativa in Confindustria con la nipote del manatma Gandhi
8 settembre 2001 Piazza Caterina Sforza evento le strade delle donne Rossana di Lorenzo con dottore Carlo Acciari e ha dipinto la Garbatella per più di 60 anni
Qui siamo nello storico locale di via Roberto de Nobili e brindiamo con il vino della Sora Garbatella per gli 84 anni dalla posa della prima pietra del quartiere
23 luglio 2022 piazza Ricoldo da Montecroce ore 19.00.
Il 23 luglio 1998 venne restaurata la fontana simbolo dello storico quartiere Garbatella, dopo cinque anni di ripetute sollecitazioni alle istituzioni. Come dice un verso della canzone dedicata da Enzo Ventre a Carlotta così si chiama la fontana “c’è una voce di Roma che canta dentro l’acqua di una fontana…che voi il tempo invecchia pure la vita, meno male mai la storia” Questi versi accompagneranno l’incontro promosso da Mirella Arcidiacono alias Fatagarbatella presidente dell’associazione Il Tempo Ritrovato per ricordare quante iniziative dal restauro ai giorni d’oggi. A molti eventi partecipò Carla Di Veroli assessora alla cultura scomparsa prematuramente il 19 agosto 2021. Ecco Carla che fa i tre famosi sorsi fatati da Carlotta che fanno realizzare tre desideri.
a cura di Giovanna Mirella Arcidiacono Un gruppetto di donne nate alla Garbatella si è dato appuntamento l’8 marzo 2022 alle ore 17.00 a piazza Ricoldo da Montecroce davanti alla fontana “Carlotta” e si racconta nei lotti dove la cicogna le ha portate….
la fontana Carlotta
Già perchè un tempo si nasceva in casa! Si facevano bollire fiaschi spagliati dentro grandi pentoloni e si partoriva sul letto dove molto probabilmente si era state concepite…Chissà se la levatrice arrivava come nella serie dei films di De Sica “Pane amore e gelosia”, comunque intorno alla partoriente era tutta una festa …La sora Clementina una delle infermiere diplomate della Garbatella di solito veniva chiamata anche lei oltre alla levatrice per assistere e a volte era pronta a foderare con ovatta “termogène” o pezze di lana una scatola delle scarpe o qualcosa di simile per mettere la neonata od il neonato dentro a mò di incubatrice, se la creatura nasceva prematura, poi si aspettava il pediatra. I ginecologi forse esistevano ma a Garbatella personalmente non ne ho sentito parlare forse solo se c’era qualche aborto spontaneo se poi era spontaneo…(parlo di quando non c’era ancora la legge).
Elisabetta Di Rienzo
L’idea di raccontarci risale a molti anni fa come ho già scritto nel 2002 nel libro GARBATELLA: La storia è donna, presentato il 18 febbraio 2003 presso l’oratorio di San Filippo Neri con la prefazione di Maria Rita Parsi, c’era il presidente della Circoscrizione Massimiliano Smeriglio, Rossana Di Lorenzo moglie in alcuni film di Alberto Sordi, Enzo Staiola, Giorgio Onorato e la data è scritta sulla lavagna alle nostre spalle…
c’era una volta una mimosa nel Municipio 11 diventato poi Municipio 8
L’idea si è arricchita di altri venti anni di storie vere vissute dalle donne dello storico quartiere. Pertanto visti i vari cambiamenti avvenuti e noi siamo rimaste nell’anima le stesse solo con qualche chilo e ruga in più, abbiamo deciso che l’8 marzo 2022 apre un nuovo percorso storico dopo la pandemia ed i venti di guerra che soffiano sull’Europa e siamo intenzionate a portare in giro per i lotti non solo i racconti della mimosa, come nacque questo simbolo come e perché si scelse proprio l’8 marzo per celebrare la Giornata Internazionale delle Donne che è bene ricordare è “una celebrazione”, non una festa. Se però a qualcuna fa bene raccontarsi davanti ad una pizza con le alici l’importante essere serene e felici.
Noi donne della Garbatella saremo in giro per i lotti e lottiamo per raccontare noi la nostra storia e pianteremo un albero di mimosa al lotto dove vivevano Enrica Zarfati ed Emma Di Porto deportate al campo di concentramento la prima tornò e raccontò anche di Emma che non tornò…La locandina riporta alla fine dei nomi una freccia che indica che…la storia della mimosa continua ed ha un significato di luce ed il polline libero vola dove vuole come le cicogne che andavano a bere alla fontana Carlotta nella favola di Fatagarbatella letta per i 102 anni del quartiere in alcune scuole con la mascotte dei Garbasorci8tti e garbasorci8tte disegnate sul cartone per sensibilizzare sull’arte del riciclo, ma questa è un’altra storia che poi Vi racconterò…
di Giovanna Mirella Arcidiacono presidente dell’Associazione Culturale Il Tempo Ritrovato
La pandemia è arrivata proprio nel centenario della Garbatella E’ da qui che parte la mia riflessione a mente fresca.
Mia nonna Clementina mi diceva che dovevo studiare e ripassare le lezioni a mente fresca, cioè di svegliarmi un po’ prima la mattina quando avevo l’interrogazione e ripassare la lezione “a mente fresca”.
A mio avviso la vita è una scuola con tante lezioni di vita.
Fatalità tutto si è fermato alla Garbatella l’otto marzo 2020, proprio il giorno del compleanno di Padre Guido arrivato nel quartiere nel 1952 da Milano.
Mia nonna Clementina veniva dagli sgomberi di via dei Pettinari insieme a mio nonno Adalberto, anche mio fratello si chiamava Adalberto come il padre di mia madre ed era nato nel 1952 proprio quando era arrivato Padre Guido.
Le tradizioni romane di solito fanno rinnovare il nome dei morti mentre in Sicilia è diverso, mio padre nato a Messina aveva altre tradizioni, lì si rinnova il nome anche dei vivi infatti mio fratello Romolo nato nel 1956 porta il nome del mio nonno cantante siciliano che quando nacque il mio secondo fratello mio nonno era vivo e vegeto. Pure io porto come primo nome quello di mia nonna siciliana, ma mia madre da buona trasteverina mi ha sempre chiamata con il secondo nome “Mirella” e poi all’anagrafe il terzo è quello della mia bisnonna romana, ma queste cose ve le narrerò in seguito “A MENTE FRESCA”
Mio padre aveva incontrato mia madre quel famoso 8 settembre del 43 al lotto 31 a Garbatella, mentre fuggiva dai tedeschi visto che era un carabiniere che non aderiva alla Repubblica di Salò.
Ora pensando ai 102 anni della Garbatella, cioè ai 102 anni dalla posa della prima pietra da parte di quel Re che poco dopo firmò le leggi razziali, il pensiero mi vola a questi 102 anni e ciò che è avvenuto pochi giorni fa. Io scorso 21 gennaio alla Garbatella ho partecipato alla posa di quattro pietre d’inciampo, convinta che fossero solo per gli ebrei non tornati dai campi di concentramento.; invece non è così come ci ha spiegato la rappresentante dell’associazione “Arte in Memoria”. Strada facendo molte cose mi sono più chiare e c’è proprio sempre da imparare. Sono stata a Via Percoto, all’albergo rosso ed ho assistito alla deposizione della pietra d’inciampo di Enrico Mancini io conoscevo suo figlio Riccardo.
Riccardo quel bambino che aspettava il ritorno dal lavoro del papà seduto sulle scale. Quando vedeva entrare il papà dal cancello gli correva incontro ed il papà lo prendeva in braccio e lo faceva roteare dicendogli : ”Sei il più bel bambino d’Europa”! L’emozione è stata sentir parlare Iacopo il nipote, figlio di un deputato europeo della Garbatella, lì che ho sentito in gola e negli occhi umidi che veramente siamo il municipio della memoria.
Mi sono resa conto che ho fatto bene a me prima di tutto, si proprio a me ad andare nelle scuole materne a narrare la favola di Garbatella – Garbatellandia che, mi frullava e continua a frullarmi nella testa. Infatti mi sono ricordata di quel giorno che vidi per la prima volta Iacopo alla scuola materna dove erano andati anche i miei fratelli, sto parlando della Coccinella inserita nel plesso della scuola Cesare Battisti. La scuola conosciuta dal pubblico televisivo per la fiction dei Cesaroni, una fiction che mi dava un fastidio! Non ne parliamo poi adesso che ci sono pure i pupazzetti della Lego!
Quella fiction non c’entrava nulla sulla vita reale del quartiere, ancora porta strascichi turisti, infatti cercano i luoghi dei Cesaroni, ma poco interessa sapere che la scuola non si chiama Ugo Foscolo (la media stava a Portico d’Ottavia e l’ho frequentata io, ora è scuola ebraica, perché è all’interno del ghetto) ma Cesare Battisti e poco interessa sapere chi era Cesare Battisti.. …non parliamo poi della bottiglieria della fiction che ora chiamano bar ed è un punto di riferimento dell’AS Roma, invece un tempo c’era un Cesare con sua moglie Lina erano fornai e tutto li intorno profumava di pane
La memoria, la cultura, la sensibilità e la curiosità di approfondire naturalmente passano anche secondo il cibo della mente che abbiamo ricevuto sia dei genitori che dalla scuola e da quello che ci circonda.
Dopo la pietra d’inciampo a via Percoto siamo andati al lotto dove sono nata, a destra guardando la famosa fontana “Carlotta” e li è stata posta la pietra d’inciampo per Emma Di Porto.
La storia di Emma l’avevo conosciuta tramite il racconto Enrica Zarfati per lei anni fa è stata posta una piccola targa sul muro del palazzo dove viveva sia lei che Emma. Ora in bella vista sulla facciata del palazzo dove vivevano le due donne c’è un murale dedicato ad Alvaro Amici, cantante di canzoni e stornelli romani che viveva tre palazzi più su. Nei miei racconti dico che ora lui canta una serenata alle due ragazze di un tempo. Anche lì ho avuto una grande emozione, perché hanno parlato due ragazze ed un ragazzo della scuola Alessandra Macinghi Strozzi, mi sono avvicinata alle due ragazze e le ho chiesto se conoscevano la storia dell’eccidio donne del Ponte di Ferro. Non la conoscevano e allora ho detto loro che se volevano conoscerla, potevo presentarle un uomo di 90 anni e nonostante l’età è lucidissimo, Fulvio vide quelle donne morte . Lui quel 7 aprile del 1944 era un bambino di circa 12 anni ed era andato a prendere la farina , perché sua madre le aveva detto che c’era la possibilità di avere farina gratis. Infatti c’era stato un assalto al mulino Biondi, ma Fulvio trovò le camionette dei soldati tedeschi che gli sbarrarono la strada. Sul greto del Tevere quel ragazzino della Garbatella vide le dieci donne assassinate. Fulvio ha anche rilasciato una interessante intervista proprio sul quel ponte alla trasmissione “Chi l’ha Visto” .
Mentre sto parlando con loro le due studentesse alle quali ho regalato una delle mie bacchette, dico :” non fatevele vedere se no qualcuno può dire che Fatagarbatella sta sempre in mezzo!” Loro le giovani studentesse molto sveglie stanno subito al gioco, la bacchetta se la mettono sotto la giacca nel mentre sento la voce di una donna che riconosco e mi dice scherzando :” Oh lascia stare mia figlia ! Le fatalità! Lei è una ex consigliera del municipio ed una delle due donne politiche con le quali mi incontravo a l’ora di pranzo in municipio per costruire la storia al femminile e proprio con loro ho cominciato a portare dei fiori al ponte di ferro al monumento delle dieci donne assassinate sul ponte di ferro. La mamma di una delle ragazze è anche la moglie di un ex vice presidente del nostro municipio. Certi incontri per me sono utilissimi ed importanti per captare cosa devo continuare a fare come associazione. TRASMETTERE STORIA e sensibilizzare in vari modi. Mi sono chiesta come mai quella studentessa non sa questa storia è come mai non lo sa neanche la professoressa? E come mai se io ho presentato Fulvio Carnevali all’assessora alla scuola già nel 2017 ??? Perché non è stato coinvolto quando hanno fatto il video con la scuola Rossellini, oltre tutto Fulvio Carnevali ha lavorato per più di cinquant’anni alla Titanus troppe cose potrebbe ancora trasmettere alla cara RIGENERAZIONE.
Non mi sono data risposte, ho solo pensato che poi c’è stato lo studente Nathan che ha letto la storia di nonna Emma e…Ho ricordato che una decina di anni prima con Nathan, sua mamma, i suoi due fratelli e sua sorella erano seduti proprio sul muretto dove stavamo assistendo alla posa della pietra d’inciampo .
Dieci anni prima stavamo celebrando nel giorno della festa per la cultura il premio “Mamma Garbatella 2012” …
…ed Enrica aveva mostrato quel numero marchiato sul braccio.
Enrica Zarfati mostra il numero marchiato sul suo braccio
Poi il 27 sono stata alla giornata della memoria al ponte Settimia Spizzichino voluto fermamente da Carla di Veroli una delle due donne con le quali andavo al monumento al ponte di ferro o dell’Industria, quello che ha preso fuoco poco tempo fa. Il 27 gennaio al ponte Settimia Spizzichino erano presenti le scuole, so che volevano chiamarlo Ponte Pasolini ma Carla si era impuntata ed imposta fermamente. E meno male che abbiamo quel ponte che comunica e parla a chi sa e vuole sentire. Il ponte dalla Circonvallazione Ostiense a destra porta a Garbatella, di fronte porta alla Via Cristoforo Colombo e sulla sinistra si trova la chiesa di Santa Galla cioè una chiesa dedicata ad una Santa, in pochi sanno che è la protettrice delle donne malate al seno. A sinistra del ponte si va verso Via Pellegrino Matteucci, perché se non c’era il ponte che Circonvallazione vera avremmo avuto ? Una circonvallazione che risponde al nome di circonvallazione deve avere un ponte ? Io vidi il progetto su delle vecchie carte che, mi fece vedere il “pasticcere magico” alias Enzo Gori ed era un progetto se ben ricordo del 1934.
Perciò pensando al centenario della Garbatella + due cioè non più Garbatella 100, ma Garbatella 102 c’è molto ancora da scoprire e da scrivere e da imparare. Al ponte Settimia Spizzichino è stata ricordata Carla di Veroli e io ho ancora nelle mie orecchie quando parlavamo ridendo allegramente o discutendo animatamente se non eravamo d’accordo su come proseguire sulle varie iniziative culturali. C’è poi quella domanda che Carla si faceva e che cominciava sempre cosi:” io vorrei saperecome quella fa ad essere….ecc…ecc..” Fatalità quella domanda che lei si faceva era lì presente sul ponte ed io ho cominciato a pensare che dovrò approfondire su quella sua domanda e che lei mi aiuterà dall’aldilà, ora che è nella verità dal paradiso e che mi aiuterà e mi manderà dei segnali come quello del 27 gennaio 2022 . Dopo l’iniziativa commemorativa sono andata con Rina Perugia e Rita Ciaralli alla pietra d’inciampo che era stata messa l’anno prima, in ricordo di Fortunata Perugia zia di Rina. Rina non ha mai conosciuto sua zia Fortunata, ma ne aveva sentito tanto parlare da suo nonno e da suo padre . La pietra di inciampo secondo Rina era stata rovinata volontariamente da qualcuno, avevo sollecitato ed erano stati fatti più sopralluoghi da persone interessate alla storia della Garbatella, c’era andata anche la assessora alla cultura, il presidente del municipio Amedeo Ciaccheri mi aveva ripetuto fino al giorno prima che era solo sporca, era stato anche attivato il servizio tecnico. Come dico e scrivo sempre nella mie favole fata burocrazia è sempre troppo lenta… Rina insisteva che li c’era stato buttato l’acido e anche qualche altra persona era convinta di questo… Bla…bla..bla..come mi diceva il mio amico Enzo Ventre il blablaismo c’è stato in tutte le epoche e l’unica cosa da fare è verificare, agire.
Rina Perugia nipote di Fortunata Perugia con Mirella Arcidiacono
Cosi con l’antica magia che avevo visto fin da bambina grazie a quel magico prodotto dentro una bottiglietta verde e rossa con scritto sopra “ sidol” e uno straccetto la pietra di inciampo di Fortunata Perugia è tornata a splendere grazie all’olio di gomito di Rita Ciaralli e alla mia documentazione in diretta facebook.
primadopo
Proprio da qui è partito il piccolo gruppo Donne educatrici alla pace, un’idea che mi è tornata in mente per quella fiaccolata di pace da me organizzata il 10 ottobre 2001, era appena passato un mese meno un giorno dalle torri gemelle di New York.
fiaccolata del 10 0ttobre 2001
Quella frase l’avevo sentita da Karol, quel catechista del 1946 presso la chiesa di San Francesco Saverio alla Garbatella, che ci tornò nella sua prima uscita da Vicario di Roma il 3 dicembre 1978, il 3 dicembre la chiesa ricorda San Francesco Saverio
Donne educatrici alla pace… per educare alla pace dobbiamo vivere in pace , ma come educare alla Pace sapendo che non c’è nessuna guerra giusta? Rina aveva avuto paura, tanta paura della guerra e delle deportazioni, la risposta mi arriva dalla atavica paura di Rina bambina di quattro anni, ora però era una paura infondata che ci appare proprio dalla pietra di inciampo di sua zia. Infatti ho detto a Rina:” Visto era solo sporca, nessuno ha fatto atti vandalici era solo unatua paura!” E lei mi ha risposto:” quella paura mi è rimasta dentro per quello che ho vissuto quella notte del 16 ottobre del 44 quando Don Bianchi mi prese per mano insieme a mio fratello in quella notte di pioggia sotto a quell’ ombrello che lui diceva essere grande come la cupola di San Pietro. Don Bianchi ci portò in salvo dalle suore del Bambino Gesù ecco perché ci tengo a ricordarlo bisogna raccontare non solo dei morti ma anche di chi ha salvato tante vite ! ”
Come ci ha cambiato il Covid ??? Come cambiano i Natali a Garbatella e nel mondo ?
La Garbatella si sarebbe dovuta chiamare Colle della Pace e in questo Natale 2021 è stato organizzato questo spettacolo itinerante per una festa di Pace e condivisione
Ma ora ripercorriamo alcune tappe dei Presepi a Garbatella…il primo pensiero mi va ad Alberto Casagrande con il suo presepe di vetro esposto per anni ed anni alla mostra dei presepi a piazza del popolo
Alberto Casagrande e Maria Giovanna Arcidiacono alla fontana Carlotta
poi c’è quello meccanico di Dante Pica con tutti i mestieri di un tempo,per molti anni è stato esposto nei locali della chiesa di Santa Galla ora si trova all’università di Roma tre.
mi piace ricordare le casette per il presepe preparate da Sciampi …
Sciampi e le sue casette
e il bel presepe di Magoaggiustatore in piazza Albini nella magica aiuola realizzato insieme ai ragazzi di religione Cristiana provenienti dall’Africa con delle stupende statuine d’epoca dove molti bambini ed adulti si fermavano ad ammirare.
il primo presepe realizzato da Amici di Fruzzico onlus nel 2016 in piazza Augusto Albini
Come cambia nel mondo anche il Natale causa pandemia?
Questo se lo chiedono come progetto culturale con i ponti di storia alcune associazioni culturali tramite questo sito
di Giovanna Mirella Arcidiacono (alias Fatagarbatella)
(l’articolo serve a preparare un futuro dibattito tra il 20 ed il 25 novembre 2021 prima parte)
Occhi di ragazza è un brano musicale interpretato da Gianni Morandi nel 1970, con testo firmato da Gianfranco Baldazzi e Sergio Bardotti e musica composta da Lucio Dalla e Armando Franceschini
Occhi di ragazza quanti cieli quanti mari che m’aspettano Occhi di ragazza se vi guardo vedo i sogni che farò Partiremo insieme per un viaggio Per città che non conosco Quante primavere che verranno Che felici ci faranno Sono già negli occhi tuoi
Il film “La scuola Cattolica” è stato vietato ai minori di 18 anni, al festival di Venezia era stato vietato ai ragazzi di 14 dovevo per forza andarlo a vedere.
Dovevo andare a vedere quel film per capire quel periodo storico , quella tragedia che avevo vissuto da vicino. Dovevo andare per tre, anzi quattro motivi:
Le due ragazze Maria Rosaria e Donatella vivevano alla Montagnola, quartiere non lontano dalla Garbatella e da Tormarancio.
Correva l’anno 1975 e mio fratello Adalberto aveva da poco finito di adempiere al servizio militare come ufficiale dei Granatieri di Sardegna ed aveva iniziato a lavorare come giovane cronista al quotidiano Il Tempo.
Adalberto venne mandato ad intervistare Donatella Colasanti presso la casa dove viveva la ragazza che fingendosi morta, si era salvata da quel tremendo fatto del Circeo. Maria Rosaria Lopez era morta dopo trentasei ore di agonia per le sevizie subite da quei giovani cosi detti della “Roma bene”.
Adalberto tornò a casa cupo, dopo essere stato a casa della ragazza, la famiglia lo aveva ricevuto insieme al fotografo del quotidiano, ma Donatella non aveva voluto parlare assolutamente di quello che era accaduto in quella villa del Circeo tra il 29 e 30 settembre del 1975.
Mio fratello disse: ” Io non scrivo nulla. Non scrivo l’articolo che mi hanno chiesto di fare, quella ragazza sta troppo male. Non vuoleparlare va lasciata in pace ! Lo dirò in redazione.”
Qualche giorno dopo mi mostrò la foto che gli avevano dato al giornale, così lui chiamava il luogo dove lavorava, la foto l’ avrebbero voluta pubblicare, ma rimase irremovibile. Adalberto non scrisse nulla e si tenne la foto.
Mi sembra ieri di stare nella nostra casa genitoriale nella parte alta del salone Adalberto apre il primo cassetto del mobile libreria e depone la foto chiudendo il cassetto con il ginocchio. Quella foto la rivedevo ogni volta che aprivo quel cassetto dove c’erano altre fotografie .
Nella foto si vedeva Adalberto di spalle, indossava un maglione di cashmere verde di Gucci, ricordo il colore nonostante la foto fosse in bianco e nero, Donatella era seduta di fronte, io quella foto ce l’ho bene in mente ed è rimasta nella casa dei nostri genitori, mi auguro un giorno di poterla riavere.
La storia delle due ragazze della Montagnola colpì profondamente noi “borgatare”, perché tutte ci sentimmo Maria Rosaria e Donatella, così venivano chiamate da quei ragazzi della Roma bene.
Il regista del film “La scuola cattolica” non riporta mai la parola “borgatare”, mentre viene riportata sul libro “Le ateniesi” di Alessandro Barbero scritto nel 2015 anno della morte di Donatella per cancro al seno.
Il 29 settembre del 2015 presso il parco Rosaria Lopez le associazioni Il Tempo Ritrovato e la Cultura del Cuore lanciano il progetto “un fiore ed una poesia per Rosaria e Donatella” e chiedono alle istituzioni di dedicare un parco per Donatella ed un murales per le due ragazze.
Finalmente dopo ripetute richieste dove si è anche aggiunto il Movimento Italiano Casalinghe di Roma il 12 maggio 2021 anche Donatella nel giorno del suo compleanno ha un piccolo parco.
Con il Mo.i.ca eravamo state il 25 novembre 1999 alla prima Giornata Internazionale contro le violenza sulle donne presso il Parlamento Europeo a Roma insieme alla Commissione delle P.O del Consiglio dei Ministri ed alle associazioni femminili della Consulta della Regione Lazio.
Il film “La scuola cattolica” ha riacceso in “Noi mature borgatare” più di una riflessione:
Come è cambiata la società dal 1975 ad oggi?
Solo nel 1974 è venuto al mondo in Italia IL DIVORZIO e l’educazione con la quale eravamo cresciute era che il matrimonio in Chiesa era indissolubile davanti a Dio, ma poi siamo venute a scoprire che esisteva l’annullamento in certi casi e con l’annullamento al coniuge più debole non spettava nessun mantenimento
Nel 1975 la maggiore età passa dai 21 anni ai 18.
Nel 1981 la legge n. 442 ha abrogato la rilevanza penale della causa d’onore, la commissione di un delitto perpetrato per salvaguardare l’onore proprio e della propria famiglia (art. 587 c.p.) non sarebbe stato più sanzionato con pene attenuate rispetto all’analogo delitto di diverso movente, cancellando così il presupposto che l’offesa all’onore arrecata da una condotta “disonorevole” costituisse una provocazione gravissima tanto da giustificare la reazione dell’“offeso”; e sempre dopo tale legge del 1981 non avrebbe trovato più spazio nel nostro ordinamento l’istituzione del “matrimonio riparatore” (art. 544 c.p.), che prevedeva l’estinzione del reato di violenza carnale nel caso in cui lo stupratore di una minorenne accondiscendesse a sposarla, salvando l’onore della famiglia; anche in questo caso bisognerebbe riguardare quel film ”La moglie più bella” ispirato alla coraggiosa Franca Viola.
1996 dopo circa vent’anni di iter legislativo, viene approvata la legge n. 66 che, nel dettare nuove “Norme sulla violenza sessuale”, trasferisce questo reato dal Titolo IX (Dei delitti contro la moralità pubblica e il buon costume) del codice penale al Titolo XII (Dei delitti contro la persona).
Giovanna Mirella Arcidiacono, Rina Perugia e Gianna Moriani
Così alcune mature borgatare della Garbatella sono andate al Madison a vedere il film: ”La scuola cattolica”, forti ormai del tempo che è passato dalle varie ricerche fatte dalle tre associazioni, da aver rivisto e rivisto le interviste di Enzo Biagi a Donatella con a fianco l’avvocata Tina Bassi Lagostena e quanta amarezza riscontrata a tratti da Donatella, ma che sapeva ben pesare le parole dell’intervistatore, specialmente su quando replica a Biagi che la incalza dicendole che sembra che lei da certe sfumature ce l’abbia con le femministe . E Donatella risponde: …ma bisogna vederle bene le sfumature
Il 2 ottobre 2021 alle ore 23,30 circa chissà perché, chissà per come il ponte di ferro è andato a fuoco.
Ponte, ferro, fuoco acqua quattro importanti simboli da interpretare.
Un incendio ha fatto crollare una delle passerelle di acciaio poste sul fianco sud del ponte, che è stato perciò chiuso al traffico. Le passerelle laterali, destinate al passaggio di cavi e tubazioni di servizio, forse hanno preso fuoco per un corto circuito, forse una perdita di gas o per un possibile incendio nato in alcune baracche di disperati grazie anche ai rovi intorno agli argini del Tevere.
E doveroso ricordare che anche il 1 febbraio del 2013 ci fu un incendio non così disastroso come quello del 2021, ma il fuoco a volte ci parla, pertanto torniamo indietro nel tempo …
Lo chiamarono PONTE DELL’INDUSTRIA e quando fu costruito da poco era passata la metà dell’1800.
Quando venne messa la prima pietra della Garbatella il ponte era già un “ponte adulto”, aveva cinquantotto anni e già raccontava la “sua storia” e con il trascorrere del tempo e del Tevere ne ha raccontata tanta…, fra cui quella che è venuta a galla a metà degli anni novanta, quella del 7 aprile 1944.
Il Ponte dell’Industria è conosciuto come il ponte di ferro, anzi chiamato dai romani, quelli veri, “Er ponte de fero”.
E’ il ponte di Roma che collega via del Porto Fluviale a via Antonio Pacinotti, è di metallo e unisce, anzi ora per un pò dovremo dire “univa”, i due quartieri Ostiense e Portuense. E’ lungo circa 131 metri.
Il ponte fu costruito tra il 1862 e il 1863 da una società belga per consentire ai treni che venivano da Civitavecchia di congiungersi con la stazione Termini edificata a partire dal 1862 ed aperta al pubblico il 25 febbraio 1863 con il nome di Stazione Centrale delle Ferrovie Romane.
La società belga effettuò il lavoro del ponte in Inghilterra, poi il ponte venne portato a Roma a pezzi e venne montato. In un primo tempo il ponte era costituito da arcate in ferro e ghisa appoggiate su piloni costituiti da tubi di ghisa riempiti di calcestruzzo, si sollevava nella parte centrale per permettere ai piroscafi e ai bastimenti armati di passare liberamente.
Vi chiedere ma il ponte perché ti ha parlato proprio ora?
Allora torniamo indietro nel tempo, perché NULLA SUCCEDE A CASO era l’8 settembre del 2000, per me gli 8 settembre fanno un po’ da guida, chi mi conosce lo sa bene… ma facciamo un salto indietro nella storia
il 7 settembre del 1997 fu installato sulla banchina adiacente al lato sinistro del ponte nel quartiere Ostiense un monumento per ricordare le dieci donne trucidate dalleSS sul Ponte di Ferro, dopo l’assalto al mulino Biondi che riforniva le truppe d’occupazione tedesche.
Si è sempre parlato di un “assalto” spontaneo di queste donne per andare a prendere farina e pane. Erano passati solo 14 giorni dalla bomba del 24 marzo a Via Rasella ed era Venerdi Santo.
L’8 settembre del 2000 mi trovavo davanti al monumento. Il Comune di Roma aveva promosso un evento durante il quale conobbi una ragazza che lesse alcuni brani del libro di Cesare De Simone “Donne senza nome” . Il romanzo era stato scritto nel 1998.
Dopo qualche giorno con la lettrice di quelle pagine che mi avevano colpito ed incuriosito ci vedemmo a casa mia, anche perché a quei tempi ero vicepresidente della Consulta Femminile del mio Municipio.
Federica Festa, così si chiamava la ragazza, mi regalò il libro di De Simone , in modo che lo leggessi per poi promuovere la storia magari a teatro. Federica era infatti una giovane attrice.
Lessi il libro tutto d’un fiato, e lo proposi alle iscritte alla Consulta del Municipio e non solo …il libro cominciò a girare…ma non mi ritornò indietro.
Cesare De Simone scrive nel romanzo che aveva saputo dell’eccidio da una certa Carla C. che mi sembra dicesse abitasse a Monteverde.
Per approfondire la storia comprai e lessi il libro di Carla Capponi uscito proprio nel 2000, il mio interesse si fece ancora più profondo, perché lei scrisse che la storia delle dieci donne del ponte di ferro l’aveva saputa da una compagna della Garbatella.
Mi misi subito alla ricerca di questa donna, meravigliandomi che non se ne fosse mai parlato a casa mia , i genitori di mia madre erano venuti alla Garbatella nel 1926, mio padre venne nascosto e salvato proprio da mia madre l’8 settembre del 1943. Mio padre era un Carabiniere e fuggiva perché era rincorso dai tedeschi.
Così nel 2001 iniziai con alcune amiche ad andare il 7 aprile a visitare il monumento ed a cercare la storia vera di queste donne…e così tutti gli anni a venire il 7 aprile è diventato un appuntamento fisso…
La foto che ci facemmo sul ponte ce la scattò Gianna Moriani .
La prima donna che si vede è Elisabetta Di Renzo donna storica della Garbatella alla quale è dedicato il consultorio del quartiere, dietro a lei Rossana Di Lorenzo l’attrice moglie di Alberto Sordi nel film lo strano senso del pudore, poi c’è Carla Di Veroli prima delegata alla cultura e poi assessora del municipio, Iolanda Pallocca attivista del partito socialista che, insieme ad Elisabetta lottarono molto per aprire il consultorio familiare della Garbatella.
Sulla storia di questo eccidio c’erano voci contrastanti e non tutti gradivano che se ne parlasse, c’era chi diceva che era una invenzione, ma io non mollai e la ricerca continuò…
Usci nel 2003 un articolo della rivista “La Piramide” con la storia del ponte dell’industria e di alcune di noi davanti al monumento, poi iniziò da molte parti la visita al monumento.
La ricerca finalmente premia però il nostro lavoro, Gianna Moriani incontra un amico di suo fratello che ha ottantacinque anni e che la mamma quel venerdì santo del 1944 aveva mandato a prendere la farina con una federetta al mulino Biondi, come racconterà poi lui anche alla trasmissione di Chi l’Ha Visto.
Grazie alla trasmissione televisiva la ricerca ha portato a ritrovare per ora una famiglia delle dieci donne alle quali vorremmo anche dare oltre al nome anche un volto.
Su youtube è possibile trovare alcuni video con i ricordi di questi fatti di Fulvio Carnevali ora novantenne.
Nulla succede a caso il ponte andando a fuoco vuole forse illuminare questa ricerca e mi ha detto: “Donne non mollate continuate e verificate i simboli Ferro, fuoco, acqua e ponte !!! “
E noi lo stiamo facendo con questo racconto e queste foto