Roma: a fuoco il ponte dell’Industria
Il 2 ottobre 2021 alle ore 23,30 circa chissà perché, chissà per come il ponte di ferro è andato a fuoco.
Ponte, ferro, fuoco acqua quattro importanti simboli da interpretare.
Un incendio ha fatto crollare una delle passerelle di acciaio poste sul fianco sud del ponte, che è stato perciò chiuso al traffico. Le passerelle laterali, destinate al passaggio di cavi e tubazioni di servizio, forse hanno preso fuoco per un corto circuito, forse una perdita di gas o per un possibile incendio nato in alcune baracche di disperati grazie anche ai rovi intorno agli argini del Tevere.
E doveroso ricordare che anche il 1 febbraio del 2013 ci fu un incendio non così disastroso come quello del 2021, ma il fuoco a volte ci parla, pertanto torniamo indietro nel tempo …
Lo chiamarono PONTE DELL’INDUSTRIA e quando fu costruito da poco era passata la metà dell’1800.
Quando venne messa la prima pietra della Garbatella il ponte era già un “ponte adulto”, aveva cinquantotto anni e già raccontava la “sua storia” e con il trascorrere del tempo e del Tevere ne ha raccontata tanta…, fra cui quella che è venuta a galla a metà degli anni novanta, quella del 7 aprile 1944.
Il Ponte dell’Industria è conosciuto come il ponte di ferro, anzi chiamato dai romani, quelli veri, “Er ponte de fero”.
E’ il ponte di Roma che collega via del Porto Fluviale a via Antonio Pacinotti, è di metallo e unisce, anzi ora per un pò dovremo dire “univa”, i due quartieri Ostiense e Portuense. E’ lungo circa 131 metri.
Il ponte fu costruito tra il 1862 e il 1863 da una società belga per consentire ai treni che venivano da Civitavecchia di congiungersi con la stazione Termini edificata a partire dal 1862 ed aperta al pubblico il 25 febbraio 1863 con il nome di Stazione Centrale delle Ferrovie Romane.
La società belga effettuò il lavoro del ponte in Inghilterra, poi il ponte venne portato a Roma a pezzi e venne montato. In un primo tempo il ponte era costituito da arcate in ferro e ghisa appoggiate su piloni costituiti da tubi di ghisa riempiti di calcestruzzo, si sollevava nella parte centrale per permettere ai piroscafi e ai bastimenti armati di passare liberamente.
Vi chiedere ma il ponte perché ti ha parlato proprio ora?
Allora torniamo indietro nel tempo, perché NULLA SUCCEDE A CASO era l’8 settembre del 2000, per me gli 8 settembre fanno un po’ da guida, chi mi conosce lo sa bene… ma facciamo un salto indietro nella storia
il 7 settembre del 1997 fu installato sulla banchina adiacente al lato sinistro del ponte nel quartiere Ostiense un monumento per ricordare le dieci donne trucidate dalle SS sul Ponte di Ferro, dopo l’assalto al mulino Biondi che riforniva le truppe d’occupazione tedesche.
Si è sempre parlato di un “assalto” spontaneo di queste donne per andare a prendere farina e pane. Erano passati solo 14 giorni dalla bomba del 24 marzo a Via Rasella ed era Venerdi Santo.
L’8 settembre del 2000 mi trovavo davanti al monumento. Il Comune di Roma aveva promosso un evento durante il quale conobbi una ragazza che lesse alcuni brani del libro di Cesare De Simone “Donne senza nome” . Il romanzo era stato scritto nel 1998.
Dopo qualche giorno con la lettrice di quelle pagine che mi avevano colpito ed incuriosito ci vedemmo a casa mia, anche perché a quei tempi ero vicepresidente della Consulta Femminile del mio Municipio.
Federica Festa, così si chiamava la ragazza, mi regalò il libro di De Simone , in modo che lo leggessi per poi promuovere la storia magari a teatro. Federica era infatti una giovane attrice.
Lessi il libro tutto d’un fiato, e lo proposi alle iscritte alla Consulta del Municipio e non solo …il libro cominciò a girare…ma non mi ritornò indietro.
Cesare De Simone scrive nel romanzo che aveva saputo dell’eccidio da una certa Carla C. che mi sembra dicesse abitasse a Monteverde.
Per approfondire la storia comprai e lessi il libro di Carla Capponi uscito proprio nel 2000, il mio interesse si fece ancora più profondo, perché lei scrisse che la storia delle dieci donne del ponte di ferro l’aveva saputa da una compagna della Garbatella.
Mi misi subito alla ricerca di questa donna, meravigliandomi che non se ne fosse mai parlato a casa mia , i genitori di mia madre erano venuti alla Garbatella nel 1926, mio padre venne nascosto e salvato proprio da mia madre l’8 settembre del 1943. Mio padre era un Carabiniere e fuggiva perché era rincorso dai tedeschi.
Così nel 2001 iniziai con alcune amiche ad andare il 7 aprile a visitare il monumento ed a cercare la storia vera di queste donne…e così tutti gli anni a venire il 7 aprile è diventato un appuntamento fisso…
La foto che ci facemmo sul ponte ce la scattò Gianna Moriani .
La prima donna che si vede è Elisabetta Di Renzo donna storica della Garbatella alla quale è dedicato il consultorio del quartiere, dietro a lei Rossana Di Lorenzo l’attrice moglie di Alberto Sordi nel film lo strano senso del pudore, poi c’è Carla Di Veroli prima delegata alla cultura e poi assessora del municipio, Iolanda Pallocca attivista del partito socialista che, insieme ad Elisabetta lottarono molto per aprire il consultorio familiare della Garbatella.
Sulla storia di questo eccidio c’erano voci contrastanti e non tutti gradivano che se ne parlasse, c’era chi diceva che era una invenzione, ma io non mollai e la ricerca continuò…
Usci nel 2003 un articolo della rivista “La Piramide” con la storia del ponte dell’industria e di alcune di noi davanti al monumento, poi iniziò da molte parti la visita al monumento.
La ricerca finalmente premia però il nostro lavoro, Gianna Moriani incontra un amico di suo fratello che ha ottantacinque anni e che la mamma quel venerdì santo del 1944 aveva mandato a prendere la farina con una federetta al mulino Biondi, come racconterà poi lui anche alla trasmissione di Chi l’Ha Visto.
Grazie alla trasmissione televisiva la ricerca ha portato a ritrovare per ora una famiglia delle dieci donne alle quali vorremmo anche dare oltre al nome anche un volto.
Su youtube è possibile trovare alcuni video con i ricordi di questi fatti di Fulvio Carnevali ora novantenne.
Nulla succede a caso il ponte andando a fuoco vuole forse illuminare questa ricerca e mi ha detto: “Donne non mollate continuate e verificate i simboli Ferro, fuoco, acqua e ponte !!! “
E noi lo stiamo facendo con questo racconto e queste foto
Roma 5 ottobre 2021